Formula 1, Norris punta Verstappen: ecco le rimonte più iconiche
Settanta punti di distacco possono sembrare un’infinità, soprattutto se il leader del Mondiale si chiama Max Verstappen. Ma questa stagione di Formula 1 potrebbe riservare più sorpresa di quanto previsto a inizio anno, regalandoci una delle sfide più avvincenti degli ultimi anni. Lando Norris insegue e prova a rosicchiare punti all’olandese, che sembra aver perso soprattutto per colpa della Red Bull la sua invincibilità. Di contro, una McLaren in crescita può dare ulteriore spinta al sogno Mondiale del britannico. Ma quali sono le rimonte più epiche nella storia della Formula 1?
La sorpresa del 1964
Jim Clark leader del Mondiale, John Surtees con la Ferrari distante 20 punti a cinque gare dal termine in un’epoca in cui i punti assegnati erano molto meno di quelli attuali. Due vittorie e due secondi posti riuscirono però a invertire clamorosamente la rotta, beffando Graham Hill – solo terzo Clark – soprattutto grazie ala regola che teneva in considerazione solo i migliori sei piazzamenti, senza la quale Surtees non avrebbe vinto.
1976: Hunt rimonta Lauda
Trentacinque punti di distacco da Lauda, sei gare da giocare. Sembrava impossibile la rimonta per Hunt, ma l’infortunio di Lauda al Nurburgring lanciò il britannico che dimezzò lo svantaggio e, con il ritiro di Lauda in Giappone, riuscì poi a vincere con un solo punto di vantaggio.
La beffa di Piquet nel 1981
Reutemann avanti di diciassette punti su Piquet, ancora a sei gare dal termine. Il brasiliano tirò fuori un rendimento da paura, senza mai uscire dal zona punti: il crollo del rivale valse il sorpasso e la vittoria del titolo, nuovamente per un solo punto.
La sorpresa Rosberg del 1982
Keke Rosberg a sorpresa davanti a tutti nel Mondiale 1982. A cinque gare dalla fine, erano sedici i punti di distacco da Pironi. Il pilota Williams era addirittura quarto in classifica, ma ancora una volta fu la regolarità a rivelarsi decisiva: con Pironi fermo per infortunio, Rosberg vinse con cinque punti di vantaggio.
Capolavoro Raikkonen nel 2007
Due gare al termine del Mondiale, diciassette punti di svantaggio su Hamilton. Una montagna solo apparentemente insormontabile per Raikkonen, con 20 punti ancora da assegnare. Ma le due vittorie del finlandese della Ferrari, contrapposto agli appena due punti di Hamilton resero possibile l’impensabile.
2010: Vettel sul gong
Venticinque punti di distacco da Alonso a due gare dal termine per Vettel, una vittoria di distanza con il punteggio della nuova era. Il tedesco vinse le ultime due gare, lo spagnolo si limitò a 21 punti e perse il titolo per appena quattro lunghezze.
2012, il bis di Vettel
Ancora Alonso e Vettel, il primo avanti di trentanove lunghezze sul secondo a sette gare dalla fine. Ancora una volta il tedesco messe in scena un ruolino impressionante: quattro vittorie, un secondo e un terzo posto. Risultato finale? Titolo per appena tre punti e altra amarezza Ferrari.
2014, ribaltone Hamilton
Ventinove punti di svantaggio dal compagno di squadra Rosberg per Hamilton a sette gare dalla fine. Non un gap incolmabile, se non fosse stato per il fatto che tutti i GP erano una sfida a due tra i piloti Mercedes. Come fare a rosicchiare i punti? Semplice, con sei vittorie – cinque di fila – e con l’aiuto di un problema tecnico per il compagno di team nell’ultima gara, che assegnava un punteggio doppio. Risultato? Un domino solo apparente da 384 punti a 317.