Formula 1, Verstappen fa 4 come Prost e Vettel: dalle polemiche alla prova di forza
Quattro volte Max. Per la quarta volta consecutiva è Max Verstappen il campione del mondo di Formula 1. Il titolo forse più sofferto, ma anche quello più meritato per l’olandese nella stagione del crollo Red Bull. Dopo un avvio dominante, infatti, la scuderia di Milton Keynes è peggiorata vertiginosamente dovendo sventolare bandiera bianca salvo sorprese per quanto riguarda il titolo costruttori. Non quello piloti, però, grazie proprio a Verstappen che quando ha perso il dominio della monoposto ha tirato fuori il colpo del campione assoluto che è. Un risultato storico, che permette all’olandese di raggiungere Alain Prost e Sebastian Vettel per titoli conquistati.
Il titolo delle polemiche
Storico e al centro delle polemiche il primo titolo conquistato nel 2021 da Verstappen. Fu quello che mise fino a dominio della Mercedes e di Lewis Hamilton, titolo caratterizzato però anche dalle tante polemiche che coinvolsero lo stesso Verstappen. Da cartolina la scena di Monza, con la Red Bull dell’olandese sopra alla monoposto dell’inglese. Un campionato iniziato in equilibrio e terminato senza esclusione di colpi, come testimonia anche l’incidente di Silverstone. Poi le polemiche di Spa, con punti assegnati di fatto senza gara disputata (se non alcuni giri dietro la Safety Car), e il pazzesco weekend di Abu Dhabi. All’ultima gara della stagione i due piloti arrivarono a pari punti, con il Mondiale che dopo le prime tornate andava sempre più verso Hamilton. Questo, almeno, fino all’incidente di Latifi che diede vita a polemiche infinite per le scelte dell’allora direttore di gara Michael Masi che di fatto regalò il titolo – ma perse il posto – agevolando il sorpasso all’ultimo giro di Verstappen su Hamilton.
Dalla paura al dominio
Il Mondiale 2022 illuse molti appassionati e tifosi della Ferrari. Perché Leclerc nelle prime tre gare ottenne due vittorie e un secondo posto, mentre Verstappen fu costretto ad accontentarsi di una vittoria e due ritiri. L’allarme affidabilità in Red Bull però durò poco e anzi si trasferì a Maranello. A metà stagione il monegasco finì a muro in Francia sventolando bandiera bianca, mentre l’olandese iniziò a volare vincendo di forza il titolo iridato grazie a quindici vittorie e sette pole position.
Nessun rivale
La stagione 2023 fu invece quella del domini assoluto di Verstappen e della Red Bull. Nelle prime quattro gare la lotta al titolo sembrava essere un affare interno grazie anche ai risultati positivi di Perez. Nella quinta gara però l’olandese recuperò dalla nona posizione fino al gradino più alto del podio, con sorpasso al compagno di team e esultanza polemica indicando il numero uno sulla sua monoposto. Da allora, partì la più grande striscia di vittorie di fila della storia della Formula 1 (dieci). Record interrotto da Sainz a Singapore nell’ultimo Gran Premio che la Red Bull non vinse in quella stagione: con diciannove vittorie e dodici pole position, a fine stagione Verstappen avrebbe vinto da solo anche il titolo costruttori.
Il mondiale più bello
Sembrava essere poco più che una formalità, visti i presupposti, la conquista del Mondiale 2024. E l’inizio di stagione in effetti contribuì a dare questa sensazione. Il Gran Premio di Miami, con la vittoria di Norris e una super McLaren, cambiò le forze in pista. Anche a causa del contemporaneo saluto di Newey alla Red Bull, il dominio della scuderia di Milton Keynes sembrava essere giunto al termine. E in effetti la crisi di risultati c’è stata, ma con essa anche un’incredibile capacità di Verstappen di andare oltre i limiti della propria monoposto. Nonostante le zero vittorie in dieci Gran Premi di fila, l’olandese è sempre riuscito a limitare i danni, tornando a volte a mostrare uno stile di guida aggressivo e senza sconti per nessuno come testimoniano i venti secondi di penalità presi in Messico. Poi, la gara di Interlagos: partito diciassettesimo, Verstappen ha vinto quella che forse è la sua gara più bella. Annientando i sogni di Norris – e forse anche i rimpianti per una gestione del team non sempre oculata – e arrivando a conquistare il titolo nel Gran Premio di Las Vegas.