Moto GP

MotoGP, Martin shock: “Sentivo di morire. Avevo salutato tutti…”

Un'intervista che lascia di stucco quella di Jorge Martin che racconta della sua vicinanza alla morte e del ricongiungimento con Aprilia
Jorge Martin, Aprilia
Jorge Martin, Aprilia

Nella carriera di un pilota ci possono essere dei momenti molto difficili. Momenti in cui le scelte sono influenzate da condizioni psicologiche e fisiche non facili. La consapevolezza di sfiorare la morte salendo su due ruote e sfrecciando a 200 all’ora diventa concreta solo nel momento in cui la paura prende il sopravvento. Ed è questo quello che, probabilmente, ha provato Jorge Martin quando, tornato dall’infortunio prestagione, in Qatar cade dalla sua Aprilia e vede la moto di Di Giannantonio montargli sopra. Rottura delle costole, polmone bucato e il timore di non svegliarsi più che lo accompagnava ogni giorno in ospedale. Sono quei momenti che racconta Martin nell’intervista rilasciata al giornalista spagnolo Mela Chércoles. Quei momenti in cui ha elaborato l’idea di lasciare Aprilia, arrivando allo scontro con il team, prima di fare un passo indietro da più lucido.

Martin e il timore di morire

«Sono stato più vicino alla morte di quanto avrei voluto. Soprattutto, ricordo quel momento in cui ero in ospedale e pensavo di andarmene. Sentivo dentro di me che me ne stavo andando, e ho chiamato María (la fidanzata, ndr) e mia madre perché volevo salutarle. Quel momento di crollo è stato… Wow, mi si rizzano i capelli solo a ricordarlo. Ma ehi, apprezzi anche il resto delle cose che la vita ti porta. Tutto ciò che posso sperimentare ed essere nel presente è ciò che ti dà, e queste sono esperienze che alcune persone non vivranno mai. È stato un infortunio, poi un altro, fa male, ti intorpidisce, devi recuperare, ma il terzo è stato molto mentale, tipo “Non ce la faccio più e devo smettere”. Ho smesso di andare in camera iperbarica e dal fisioterapista, e ho iniziato a mangiare con estrema ansia. Avevo bisogno di staccare dalle moto. Non ho voluto avere niente a che fare con le moto per un paio di mesi, finché non ho ricominciato ad allenarmi e a prepararmi, come faccio oggi. Dipende dal contesto; in alcuni casi il dolore fisico è maggiore, in altri è maggiore quello mentaleSo che è un processo, ma penso che quest’anno combatterò per vincere una gara».

Martin e l’Aprilia

«La cosa importante è che ci ha unito. Ci sono stati enormi progressi da febbraio a oggi; c’è un rapporto molto più stretto con tutta la squadra, con il management e con la stampa. Tutto è più unito. All’inizio dell’anno, da un lato c’era molto entusiasmo, ma dall’altro ero un po’ più titubante, e ora ho chiaro che è qui che voglio essere l’anno prossimo, dove voglio lottare per un campionato del mondo, per scrivere di nuovo la storia. Questo è ciò che mi appaga. Il 2027? Questa è un’altra storia, e chissà. Il 2027 è una grande opportunità, e so che Aprilia sta lavorando duramente per il futuro. Vedremo. Ci sono ancora gare da disputare quest’anno, e speriamo di poter lottare per un Campionato del Mondo l’anno prossimo, e poi penseremo all’anno dopo. »

Martin su Bagnaia e Marquez…

«Bagnaia? È una domanda che andrebbe fatta a lui. Dall’esterno, è difficile capire cosa sta succedendo. È la stessa moto di Marc, e probabilmente quella dell’anno scorso. Cosa sta succedendo? Perché non funziona? Non lo so. Non sta mostrando la sua vera velocità, perché ti garantisco che quello che ho visto l’anno scorso lottare con lui in pista non era quello che sto vedendo ora. Sicuramente ha fiducia in se stesso e sa che tornerà a lottare con i migliori. Marquez? Ha tutto sotto controllo. Sicuramente, insieme a Rossi, affrontiamo il miglior pilota della storia, al suo apice, con una moto che gli si adatta perfettamente. È molto difficile, ma questa è la nostra sfida, insieme ad Aprilia, dare il massimo, io e Aprilia, per vedere se questo mi permetterà di avvicinarmi e lottare contro un Marc Márquez come lui. Questo è ciò che ho in mente ora, ed è ciò che voglio ottenere».

…e su Rossi e Marquez

«Penso che Rossi sia il più grande di tutti i tempi in termini generali; come figura e come icona, è il più grande. E in termini di guida, fino ad oggi, non c’è stato un pilota come Marc Márquez in termini di guida e talento. Avere la sfida di poter competere con qualcuno del genere mi mostra già cosa posso essere, quindi è quello che ho in mente e quello che sto cercando di ottenere».