Tennis

Becker e il carcere: “Era la sveglia che mi serviva”

Bella e toccante intervista concessa dal tre volte vincitore di Wimbledon Boris Becker
Boris Becker
Boris Becker (Getty Images)

Interessante intervista rilasciata da Boris Becker a El Pais in cui parla, anche, della condanna a due anni e mezzo di carcere nel 2022 dopo essere stato riconosciuto colpevole di quattro capi d’imputazione ai sensi dell’Insolvency Act del Regno Unito per non aver dichiarato correttamente parte dei suoi beni nella procedura fallimentare.

L’ammissione di Becker

L’ex n. 1 al mondo ammette in modo franco gli errori commessi: “Innanzi tutto penso di aver imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie, mi è accaduto nel tennis, ma anche nella vita con il carcere: quando hai il successo che ho avuto io da giovane pensi di essere invulnerabile, subire una sconfitta dura come quella del carcere è stato il campanello d’allarme di cui avevo bisogno per cambiare. Mi ha reso un uomo migliore di quanto non fossi prima di entrarci, è stata come una sveglia per iniziare un cammino diverso come uomo”.

La perdita della privacy

Il tre volte vincitore di Wimbledon fa, poi, una interessante riflessione: “Tutto quello che è successo nella mia vita è una conseguenza dei miei successi: se non avessi vinto Wimbledon a 17 anni e fossi stato un tennista mediocre non avrei sofferto di tutti questi problemi, ho perso completamente la mia privacy, una perdita che non augurerei al peggior nemico, sono due facce della stessa medaglia, ora lo accetto, ma ci sono stati momenti in cui avrei voluto sparire. Non provo, però, risentimento per il mio passato, anzi ripenso alla mia vita con orgoglio; ad un certo punto, il tennis era diventato noioso e ripetitivo perché sapevo cosa dover fare per vincere e una volta che lo fai più e più volte non c’è alcun mistero. Ho voluto fare nuove esperienze: alcune le ho azzeccate, mentre in altre ho commesso gravi errori; in ogni caso, spero sempre di avere qualcosa da insegnare ai miei quattro figli”.