Internazionali d’Italia story: le cinque finali da ricordare
Prima di procedere alla nostra personale classifica delle finali più belle andate in scena al Foro Italico nella storia del torneo, ci preme sottolineare un aspetto: il fatto che, dal 2007 in poi, l’atto conclusivo del singolare maschile si giochi al meglio dei 3 set sottrae fascino ad un appuntamento che, prima del cambio di regola, ci ha spesso fatto trascorrere interi pomeriggi davanti alla televisione; per quanto appena scritto, speriamo fortemente che, in futuro, si possano rivedere di nuovo duelli sulla lunga distanza dei 5 set.
Non è, quindi, un caso che nel nostro ranking ci siano tutte finali concluse dopo cinque set di lotta serrata:
1) Rafael Nadal – Roger Federer 6-7 (0-7) 7-6 (7-5) 6-4 2-6 7-6 (7-5) (edizione 2006)
Cosa si può volere di più dalla vita di una sfida tra due dei più grandi tennisti di sempre che si affrontano a viso aperto per ore con un contrasto di stili così marcato da rendere ancora più avvincente questo duello? L’aspetto sorprendente è che lo svizzero non sembra in grado di competere con il mancino spagnolo su una superficie a lui non troppo congeniale e dopo un percorso accidentato dove ha rischiato in un paio di occasioni di andare al tappeto con Nicolas Almagro, piegato per 6-3 6-7 7-5, e David Nalbandian, sconfitto soltanto per sette punti a cinque nel tie-break decisivo. La realtà è, invece, ben diversa con il maiorchino costretto a dare fondo a tutte le proprie energie per avere la meglio dopo cinque ore e cinque minuti di spettacolo puro con continui ribaltamenti di risultato ed emozioni a non finire.
2) Bjorn Borg – Adriano Panatta 1-6 6-3 6-1 4-6 6-3 (edizione 1978)
Manca davvero poco al mitico Adriano per sorprendere il glaciale svedese e bissare così il successo ottenuto due anni prima a Roma contro l’argentino Guillermo Vilas, superato in rimonta in 4 set. Si tratta ugualmente di un atto conclusivo che regala un equilibrio non facile da prevedere alla vigilia considerato che Panatta non è neanche testa di serie in questa edizione dove è costretto ad affrontare all’esordio il n. 2 del seeding Vitas Gerulaitis, sconfitto con il punteggio di 7-6 7-5. Borg riesce però ad emergere alla distanza contro un avversario che conferma comunque di metterlo sempre in difficoltà sulla sua superficie preferita, come dimostrato anche dalla storica affermazione del romano nei quarti del Roland Garros 1976 che finì poi per aggiudicarsi in finale su Harold Solomon.
3) Alberto Mancini – Andre Agassi 6-3 4-6 2-6 7-6 6-1 (edizione 1989)
Vi sveliamo un segreto: questo match è stato in ballottaggio con la finale tra Mantilla e Federer per l’oscar come sorpresa più grande della storia del torneo tuttavia, in quel caso, abbiamo scelto l’atto conclusivo del 2003 perché riteniamo che l’argentino abbia avuto una carriera migliore dello spagnolo considerato anche il trionfo ai danni di Boris Becker a Montecarlo, arrivato poche settimane prima del successo al Foro Italico. Abbiamo la sensazione che, per lo statunitense, questa sconfitta rappresenti un enorme bagno di umiltà perché si tratta del classico incontro in cui il tennista più forte ha la possibilità di sbrigare la pratica in modo abbastanza agevole tuttavia, nel momento in cui non riesce ad assestare il colpo del k.o. a causa dei match-point sprecati nel 4° set, crolla poi alla distanza dal punto di vista psicofisico.
4) Rafael Nadal – Guillermo Coria 6-4 3-6 6-3 4-6 7-6 (8-6) (edizione 2005)
Sportivamente parlando, sono tante le vittime lasciate sul campo dalla leggenda spagnola per arrivare ai suoi infiniti successi, tuttavia riteniamo che una delle carriere maggiormente “rovinate” dall’iberico sia quella del talento argentino, uscito distrutto più nel morale che nel fisico dalla finale del 2005 in cui arriva ad un passo dal trionfo. In effetti, l’atleta sudamericano sembra avere il potenziale per rimanere ai vertici per tanti anni, ma dopo questo k.o. inizia invece un rapido declino che lo porta a ritirarsi a soli 27 anni con appena due Masters 1000 vinti e nessuno titolo dello Slam all’attivo.
5) Juan Carlos Ferrero – Gustavo Kuerten 3-6 6-1 2-6 6-4 6-2 (edizione 2001)
Questo ricordo vuole essere un omaggio a due campionissimi sul rosso che finiscono un po’ nel dimenticatoio dopo l’avvento di Rafael Nadal, assoluto dominatore su questa superficie negli ultimi venti anni. In particolare, il brasiliano trionfa a Parigi per ben tre volte ma non riesce mai ad imporsi a Roma dove viene sconfitto anche nella finale dell’anno precedente dallo svedese Magnus Norman. Di certo, lo spettacolo non è pari a quello delle altre sfide presenti nella nostra personale graduatoria, tuttavia due interpreti di altissimo profilo del tennis sul rosso meritano, secondo noi, di entrare almeno nella top 5.