Tennis

Wimbledon story: le sorprese che non ti aspetti

L’erba londinese di Wimbledon è spesso stata sinonimo di risultati inattesi ai quali dedichiamo questo nostro approfondimento
L'ex tennista Goran Ivanisevic
Goran Ivanisevic (Getty Images)

La superficie di gioco del torneo di Wimbledon, unita alla breve durata della stagione sull’erba, aumenta da sempre la possibilità che si verifichino grandi sorprese e abbiamo, quindi, deciso di mettere in fila i cinque risultati più inattesi verificatisi nell’era Open.

Goran Ivanisevic – Pat Rafter 6-3 3-6 6-3 2-6 9-7 (finale – edizione 2001)

A 31 anni compiuti, la carriera del mancino croato sembra ormai volgere al termine con gli organizzatori che gli concedono una wild-card non possedendo neanche la classifica necessaria per entrare nel tabellone principale senza disputare le qualificazioni; come in un film, e non a caso questa storia andrà poi ad ispirare la pellicola Wimbledon con protagonisti Paul Bettany e Kirsten Dunst, il nativo di Spalato ritrova il tennis di un tempo e diventa protagonista di un percorso straordinario che lo porta a superare, dopo mille emozioni, il favoritissimo australiano nell’atto conclusivo dell’edizione 2001.

Sergiy Stakhovsky – Roger Federer 6-7 (5-7) 7-6 (7-5) 7-5 7-6 (7-5) (2°turno – edizione 2013)

Il serve & volley dell’ucraino manda in tilt l’elvetico che, da detentore del titolo, incappa in una delle sconfitte più amare e impreviste della sua fantastica carriera; è vero che l’esito del duello si decide su pochissimi punti, ma lo svizzero non riesce mai a trovare il bandolo della matassa opposto ad un tennista che lo costringe continuamente a giocare sulla difensiva.

Ivo Karlovic – Lleyton Hewitt 1-6 7-6 6-3 6-4 (1° turno – edizione 2003)

Il detentore del titolo e testa di serie numero uno Lleyton Hewitt si arrende al gigante Ivo Karlovic, numero 203 del mondo, diventando il primo campione uscente ad essere eliminato all’esordio da quando Manolo Santana fu sconfitto da Charlie Pasarell nel 1967. Fa scalpore anche l’andamento del match con l’australiano che parte alla grande, chiudendo la prima frazione di gioco in appena 19 minuti; il k.o. nel tie-break del 2° set fa, però, girare l’inerzia del confronto con il croato che prende fiducia e, grazie anche a 18 aces, non concede più nulla ad un avversario insolitamente falloso.

Doug Flach – André Agassi 2-6 7-6 (7-1) 6-4 7-6 (8-6) (1° turno – edizione 1996)

Originario del Missouri, in tutta la sua carriera Flach non entra mai nella top 100 in graduatoria in singolare, ma all’esordio nell’edizione del 1996 si prende il lusso di eliminare il ben più famoso connazionale. Nonostante un primo set dominato in lungo e in largo, l’ex kid di Las Vegas cede alla distanza, denotando una evidente mancanza di sangue freddo nei tie-break del secondo e quarto set, entrambi persi.

George Bastl – Pete Sampras 6-3 6-2 4-6 3-6 6-4 (2° turno – edizione 2002)

Sul campo numero 2, ribattezzato il “cimitero dei campioni”, lo sconosciuto svizzero si prende il lusso di sconfiggere il sette volte vincitore di Wimbledon dopo aver sprecato un vantaggio di due set; quello che sorprende di questo incontro è la sensazione di un Sampras alla frutta, ma il cuore dei grandi campioni non va mai sottovalutato: pochi mesi più tardi, lo statunitense trionfa, infatti, all’Open degli Stati Uniti, chiudendo nel migliore dei modi una carriera leggendaria.