L’eredità amara di Messi a Parigi: “Non mi divertivo, era tutto diverso”
una cantilena che i tifosi del Paris Saint-Germain hanno imparato a conoscere, ma ogni ripetizione fa ancora male. Lionel Messi non amava Parigi. E questa settimana, l’otto volte Pallone d’Oro non ha esitato a ribadirlo con forza, amplificando il coro di amarezza che lo accompagna dal suo addio verso Miami nel 2023.
Ospite al programma America Business Forum presso il Kaseya Center di Miami, il campione del mondo argentino ha ripercorso le tappe della sua carriera. Se gli anni al Barcellona sono stati l’essenza della sua esistenza calcistica, il tono è cambiato bruscamente parlando della Francia.
Il contratto, non la gioia
Messi ha descritto il trasferimento da Barcellona a Parigi come un momento di grande difficoltà personale e familiare, ma ha sottolineato che l’adattamento alla città è avvenuto. Il vero dramma, ha spiegato, era in campo. “A livello calcistico, non mi divertivo, non provavo piacere. Tutto era molto diverso da quello a cui ero abituato,” ha confessato l’argentino.
Due stagioni di contrasti, una sensazione di distacco palpabile dal progetto del PSG e ora, queste parole, cristallizzano l’immagine negativa lasciata dal campione nella capitale francese. I social media dei tifosi parigini sono già in ebollizione.
Miami: la rivincita della felicità
Nonostante l’amarezza sportiva, Messi ha riconosciuto un lato positivo, “ricordi molto positivi vissuti in famiglia che ci hanno aiutato a crescere”. Ma è chiaro che la vera serenità è stata ritrovata in Florida.
Il trasferimento a Miami è stato definito una “decisione familiare” presa con il cuore, e questo ha fatto la differenza. “Questo cambiamento è stato diverso… Scegliere dove si vuole stare e poterlo fare rende le cose molto più facili. Da quando sono arrivato a Miami, tutto è stato spettacolare,” ha concluso Messi. “Vivere in questa città è incredibile, e poi c’è l’affetto di tutta la gente fin dal primo giorno… È stato impressionante, quindi sono molto grato.“
Parole che stridono, ricordando l’accoglienza da Re che ricevette anche a Parigi. Ma l’amore della folla, a quanto pare, non è bastato a colmare il vuoto lasciato dal calcio che non divertiva più.