Calcio

Guerra in Palestina, Ceferin: “Inaccettabile: la UEFA deve smettere di vivere su un altro pianeta”

Il presidente della UEFA ha parlato a una tv slovena della guerra in Palestina, definendo questa violenza "inaccettabile"
Aleksander Ceferin, Presidente della UEFA
Aleksander Ceferin, Presidente della UEFA (Photo by Valerio Pennicino - UEFA/UEFA via Getty Images)

Dopo mesi di silenzio, Aleksander Ceferin è tornato a parlare della questione israelo-palestinese. Intervistato dalla tv slovena Odmevi, il presidente dell’UEFA ha provato a spiegare il motivo per cui le squadre russe sono state escluse dalle competizioni europee, mentre quelle israeliane continuano a parteciparvi. Una presa di posizione che ha diviso l’opinione pubblica: per alcuni segnala una possibile apertura verso un futuro stop ai club di Tel Aviv e dintorni, per altri è invece la conferma che al momento l’organizzazione non intenda muoversi in questa direzione.

Le parole di Ceferin

Le dichiarazioni di Ceferin sono arrivate pochi giorni dopo le polemiche per lo striscione esposto al Friuli di Udine durante la Supercoppa Europea tra PSG e Tottenham, vinta dai francesi ai rigori. “Basta uccidere i civili, basta uccidere i bambini” era il messaggio, sorretto da un gruppo di giovanissimi rifugiati provenienti da Afghanistan, Iraq, Nigeria, Palestina e Ucraina. Ceferin ha però difeso la scelta, sottolineando come la UEFA debba smettere di “vivere su un altro pianeta. Non lo dico solo come presidente della UEFA, lo dico come cittadino del mondo, ma anche come padre. Quello sta succedendo con i brutali omicidi di civili, soprattutto bambini… Questa violenza intollerabile è semplicemente impossibile da ignorare. Non riesco a immaginare come un politico che può fare più di noi possa dormire sonni tranquilli quando vede scene del genere“.

Critiche verso la UEFA

Le parole del numero uno UEFA non hanno però convinto tutti. Molti tifosi lo accusano di non aver mai nominato Israele direttamente, preferendo espressioni generiche sulla violenza. Critiche arrivate nei giorni scorsi anche da Mohamed Salah, che ha contestato l’ambiguità del messaggio con cui l’UEFA aveva ricordato la scomparsa di Obeid, leggenda del calcio palestinese ucciso dall’esercito israeliano, senza spiegare le circostanze della sua morte. Ceferin ha replicato ribadendo che ogni gesto è destinato a generare reazioni contrastanti, sottolineando che lo striscione di Udine fosse “un atto puramente umanitario e non politico”. “Se i bambini muoiono di fame o sotto le bombe – ha concluso – questo non ha nulla a che vedere con la politica”.